Abbiamo intervistato Luisa Codeluppi, nata a Reggio Emilia, diabetica di tipo 1 da quando aveva 13 anni, una vita divisa fra la città nativa e Roma e autrice di due libri, “Lu, la mia vita col diabete 1” pubblicato nel 2012 e “Del diabete, dell’amore e di altre briciole di vita” uscito quest’anno.
Le stessa afferma: Di diabete si parla spesso in modo banale, più di quanto non accada per altre patologie. Nel tempo questa banalizzazione ha generato conseguenze negative: ha impedito una conoscenza chiara dei molteplici aspetti che caratterizzano la malattia; non ha aiutato i malati a leggersi dentro né a confrontarsi in modo sincero.
Ho iniziato a scrivere di diabete dopo cinque/sei anni dall’esordio, quando le cose per me hanno iniziato a non corrispondere più con la gestione facile e razionale del diabete di cui mi parlavano i medici e la letteratura sul diabete. Non trovavo esternamente testimonianze che descrivessero la mia malattia contraddittoria e complessa, nulla che mi corrispondesse. Trovavo spesso idee banali o semplificate sulla malattia. E allora ho iniziato a scrivermi le “parole giuste” da sola.
Il fatto di avere il diabete di tipo 1 fin da quando ero piccola ha condizionato tutti gli aspetti della mia vita. Una malattia cronica in qualche modo ti cambia. Per quanto mi riguarda, sono diventata molto introspettiva e attenta al mio benessere. Forse più egoista, ma anche più capace di godere dei momenti in cui sto bene. Questa prospettiva influenza il modo di guardare tutti gli aspetti della mia vita.
Nel libro ci sono diversi pensieri riguardanti mio padre. Perché avevo da poco iniziato a costruire un rapporto di maggior vicinanza con lui, quando è arrivata la sua malattia a scompigliare tutto. Quando se ne è andato ho cominciato a tenerlo dentro di me. Ci sono anche molti pensieri riguardanti l’amore. L’amore che arriva foriero di energie e l’amore che se ne va, lasciandoci svuotati e persi. La forza più significativa della nostra esistenza.
Tanti anni fa ciò che si poteva dire del diabete era solo che “i diabetici fanno una vita normale”. Le mete che possiamo raggiungere, i risultati che possiamo ottenere sì, si possono definire “normali” (quanto mi ha stufato questo termine, lo eliminerei dai dizionari), ma le modalità, le strategie quotidiane che dobbiamo utilizzare per poter essere in grado di lavorare su quegli obiettivi, normali non lo sono affatto. Sforzi, terapie, calcoli, iperglicemie, ipoglicemie, attenzioni. Faticoso: i risultati che otteniamo a mio parere valgono il doppio.
Di diabete continuo a parlare attraverso i vari gruppi su Facebook e nella mia pagina “Lu, la mia vita col diabete 1”. Sto preparando, senza fretta, un altro libro, sempre legato alla realtà e non alla finzione, che non riguarda affatto il diabete.
Se vuoi seguire Luisa, cercala su Facebook al seguente link: Lu, la mia vita col diabete 1
2016-11-03T10:40:47+01:00 Redazione angolodeldiabetico.it