Diabete Tipo 2 in adolescenza: è boom

Il diabete tipo 2 in adolescenza compare sempre più frequentemente.

Fino a pochi anni fa si tendeva a parlare del diabete tipo 1 come di quella forma di diabete tipica dei bambini e dei ragazzi, e di DT2 della forma specifica che colpiva gli adulti e gli anziani. Ma non è più così.

Diabete tipo 2 nelle persone under 40 anni

L’incidenza di diabete tipo 2 fra i giovani è in rapido aumento. Uno studio pubblicato sul British Medical Journal ha dimostrato che tra il 1990 e il 2019 l’incidenza di questa malattia fra le persone di età 15-39 anni è aumentata del 56%.

Uno studio dimostra che l’incidenza nei giovani  aumenta del 2,3% all’anno dal 2010 ad oggi ma il numero di giovani con diabete tipo 2 è destinato a quadruplicare entro il 2050.

Fattori di rischio del diabete tipo 2

Obesità, storia familiare e stile di vita sedentario sono i fattori di rischio immediatamente riconducibili all0 sviluppo del DT2.

L’aumento dell’incidenza è visibile soprattutto nei paesi con un indice socio-demografico medio-basso e nelle donne di età inferiore ai 30 anni, mentre un indice di massa corporea elevato è il principale fattore di rischio in tutti i paesi.

Obesità

La prevalenza dell’obesità tra i giovani con diabete tipo 2 è molto più elevata rispetto a quella associata agli adulti con DT2 e ricerche confermano un’associazione tra Indice di Massa Corporea e età alla diagnosi di DT2.

Diabete tipo 2: nei giovani è particolarmente aggressivo

Il diabete di tipo 2 nei giovani è associato a grave insulino-resistenza associata a un rapido deterioramento della funzionalità delle cellule ß nel pancreas. Il deterioramento delle cellule ß nei ragazzi è da tre a quattro volte più veloce rispetto a quanto osservato nell’adulto. Le interazioni fra la ridotta sensibilità all’insulina e il deficit di secrezione sembrano essere diversi nelle persone che sviluppano il diabete tipo 2 in giovane età, rispetto a chi sviluppa la malattia da adulto.

Un ulteriore problema è la compliance alla terapia: i tassi di fallimento terapeutico sono significativamente più alti nei giovani che negli adulti.

Come si cura?

Le opzioni terapeutiche per questa condizione sono fortemente ridotte, e gli studi disponibili ancora pochi. La cosa fondamentale è modificare lo stile di vita, a partire dall’alimentazione e dalla lotta alla sedentarietà. Oltre a questo, di importanza fondamentale, la metformina rimane la terapia di prima linea per gli adolescenti con diabete di tipo 2. La maggior parte di questi ragazzi progredisce rapidamente verso il fallimento terapeutico e approda dunque alla terapia insulinica.

DT2 a comparsa precoce: uno studio

Uno studio a cura del Professor Sanjoy Ketan Paul dell’Università di Melbourne ha confermato l’aumento di casi di diabete di tipo 2 a comparsa precoce dall’inizio di questo secolo.

Analizzando il database dell’assistenza sanitaria di base inglese (U.K. primary care database) , sono state individuate 370.854 persone alle quali è stato diagnosticato il diabete di tipo 2 a partire dall’inizio di questo secolo. L’età media dei soggetti con nuova diagnosi di diabete da inizio secolo è 53 anni, ma l’11% appartiene alla fascia 18-40 anni e il 16% a quella 41-50.

La percentuale dei giovani fra i 18 e i 40 anni con diabete di tipo 2 nei 17 anni di osservazione dello studio è passata dal 9,5 al 12,5%.

Questo significa che in Gran Bretagna oggi 1 nuovo caso di diabete di tipo 2 su 8 compare nella fascia d’età 18-40 anni (all’inizio del secolo i ‘tipo 2’ in questa fascia d’età erano 1 su 10).

Gli autori hanno estratto i dati relativi a misure antropometriche, cliniche e di laboratorio e alle comorbilità al momento della diagnosi di diabete di tipo 2. Hanno quindi valutato nell’arco di un follow up di 7 anni la comparsa di eventi cardiovascolari e di mortalità per tutte le cause.

I ‘tipo 2’ più giovani presentano un indice di massa corporea (BMI) significativamente più elevato degli altri (in media 35 Kg/m2) e il 71% di loro è obeso, presentano delle glicemie più elevate (l’emoglobina glicata media è 8,6%) e più elevati livelli di LDL (il 71% ≥ 100 mg/dL) rispetto ai diabetici più anziani.

Inoltre, nel gruppo dei giovani:

• 1 su 3 è iperteso
• il 2% presenta problematiche cardiovascolari
• il 4% presenta una malattia renale cronica

1 su 4 è risultato ad aumentato rischio cardiovascolare.

Per proteggere questi giovani dalle complicanze della mortalità cardiovascolare a lungo termine è dunque necessario adottare strategie di intervento più aggressive.