Da qualche mese ci troviamo a dover fare i conti con la sindrome respiratoria acuta SARS-CoV-2, che ha generato una vera e propria pandemia. I dati di questi mesi suggeriscono che, la maggior parte delle persone con COVID-19, ha comorbilità (fenomeno per cui, in una persona sono presenti due o più disturbi di origine diversa), con malattie cardiovascolari, diabete ed ipertensione. Diversi studi hanno dimostrato che, il COVID-19 è associato all’iperglicemia, in particolare, nelle persone anziane con diabete di tipo 2. Queste prime conclusioni stanno determinando la necessità di una revisione delle linee guida da osservare nel trattamento del diabete. Pensiamo che queste informazioni possano essere utili e l’intento non è quello di aumentare la preoccupazione, ma solo di portare dei dati, sensibilizzare e spronare al consulto più frequente col proprio medico.
Il rischio di complicanze gravi per COVID-19 è fino al 50% più alto nelle persone con diabete. In generale, le persone con diabete, prescindendo dal tipo, corrono un maggior rischio di infezione a causa di imperfezioni nell’immunità innata che influenzano la fagocitosi, la chemiotassi dei neutrofili e l’immunità cellulare.1
Tuttavia, l’alta frequenza del diabete nei casi più gravi di COVID-19, potrebbe riflettere la maggiore prevalenza del diabete di tipo 2 nelle persone anziane. Questo sembra essere dovuto anche al fatto che, il diabete, in età avanzata, è spesso associato a problematiche cardiovascolari.1
Ma esiste un collegamento tra Coronavirus e diabete? Sembrerebbe che esistano almeno due meccanismi specifici che potrebbero avere un ruolo nell’infezione COVID-19.
In primo luogo, sebbene i risultati che si stanno intravedendo non siano stati ancora “verificati” nell’uomo, si pensa, che l’infezione da Coronavirus potrebbe indurre il diabete di nuova insorgenza.2
Un’altra importante osservazione, dei ricercatori di vari Centri in diversi Paesi colpiti da COVID-19, è l’enorme fabbisogno di insulina nei pazienti con un grave decorso dell’infezione.2
In base a queste scoperte, la gestione del diabete si sta modificando. Proprio per questo motivo, è fondamentale capire se ci sono e quali sono i possibili effetti metabolici dei farmaci, in persone con COVID-19 e diabete di tipo 2.
Le persone con diabete, che non sono state colpite dal virus SARS-CoV-2, dovrebbero intensificare il loro controllo metabolico secondo necessità, come mezzo di prevenzione primaria dall’infezione di COVID-19.
Ciò include un adeguato e rigoroso controllo della pressione sanguigna e dei lipidi.
Inoltre, tutti coloro, senza diabete, ma ad alto rischio di malattie metaboliche che hanno contratto l’infezione virale, dovrebbero essere monitorati per il diabete di nuova insorgenza, che può essere attivato proprio dal virus.
Il processo decisionale clinico, nella gestione del diabete, è già complesso in circostanze normali, in tempi di Coronavirus ancora di più. Ai medici, infatti, viene richiesto di valutare nuove linee guida per la gestione del diabete, nel trattamento di pazienti con diabete associato al COVID-19 o a rischio di una patologia metabolica.
Inoltre, bisogna sottolineare il fatto che, la maggior parte delle persone con diabete di tipo 2 presenta altre componenti della sindrome metabolica, come ipertensione e dislipidemia.
Pertanto, la continuazione con un adeguato regime anti-ipertensivo in grado di riequlibrare l’assetto dei lipidi, risulterebbe di importanza cruciale.
Sebbene l’ottimizzazione del controllo glicemico sia importante per ridurre il rischio di COVID-19, dovrebbero essere fatte considerazioni specifiche sulla modalità di trattamento.
Come detto in precedenza, sarebbe raccomandabile sospendere la somministrazione di metformina per ridurre il rischio di scompenso metabolico acuto. È importante sottolineare che, se la metformina viene sospesa, il trattamento alternativo da scegliere, dove questa opzione sia fattibile, risulterebbe l’insulina.1
Pertanto si raccomanda un’attenta cura nell’equilibrio dei liquidi, poiché esiste il rischio che un eccesso di liquido possa aggravare l’edema polmonare nel polmone infiammato.
Inoltre, il bilancio del potassio dovrebbe essere attentamente considerato, nel contesto del trattamento con insulina, poiché l’ipopotassiemia è una caratteristica comune di COVID-19 e potrebbe diventare più acuta dopo l’inizio della somministrazione.
In conclusione, è opportuno tener presente che ogni raccomandazione e riflessione, qui riportata, è basata sull’opinione di esperti, in attesa del risultato di studi clinici randomizzati. Pertanto prima di prendere qualsiasi decisione in merito alla gestione del diabete è assolutamente necessario consultarsi col proprio medico di fiducia. L’intento, infatti, non è quello di aumentare la preoccupazione, ma solo di portare dei dati, sensibilizzare e spronare al consulto più frequente col proprio medico.
2020-05-25T17:43:02+02:00 Redazione angolodeldiabetico.it